sabato 1 gennaio 2005

"Chi me l'ha fatto fare"? di Marco Menoia




La domanda delle domande...ma quando mi sono  (ops...mi ha convinto) iscritto alla Cortina Dobbiaco non ho potuto farne a meno. Dopo Treviso, Padova, Jesolo più numerose altre corse non competitive, avevo bisogno di staccare e avevo promesso alla mia testa e al mio corpo che lo avrei fatto. Invece no! E' troppo forte, troppo grande la voglia di vivere un'altra esperienza e di tagliare quel traguardo che riesce a darti delle emozioni uniche. Ecco, così è iniziata la mia avventura alla Cortina Dobbiaco! Cristian, il mio fedele compagno di corse con il quale ho iniziato questa stupenda avventura, mi coinvolge in questa corsa a dir poco stupenda! Partiamo il sabato verso le 12 e dopo una breve pausa in autogrill per mangiare un panino, arriviamo in quel di Cortina: via Corso Italia, praticamente l'albergo è a pochi mt dalla partenza. Ultimata la solita burocrazia, ci avviamo direttamente a Dobbiaco per il ritiro dei pettorali e per iniziare a respirare quell'atmosfera che ci avrebbe accompagnati fino al giorno seguente. Arrivati al Grand Hotel l'emozione inizia subito a salire. C'era infatti una corsa per ragazzi e la gente era tantissima...woow! Dopo aver ritirato il pettorale e il pacco gara, scattiamo un paio di foto e ritorniamo a Cortina. Durante la strada di ritorno, io e Cristian discutevamo su come vestirci l'indomani, sul percorso, sulla strategia da tenere...ogni minuto era un cambiare idea...l'emozione ci stava prendendo alla grande! Arrivati in Hotel abbiamo sistemato alcune cose e poi, dopo una bella doccia rilassante, siamo andati a cenare: affettati e patate lesse...roba light da veri runners! Rientrati non tardi ,ce ne andiamo a dormire per essere in forma per la corsa...cavolo! Sono 30Km mica banane eh!
La mattina mi alzo abbastanza presto dopo una notte passata così così per via della tensione gara. Fatta una colazione non esagerata, finalmente decido come avrei affrontato la corsa: pantaloncini da sotto il ginocchio, maglietta maniche lunghe (quella meno pesante) e canotta bianca!
Avviati alla partenza l'emozione si faceva sentire sempre più! Fatta qualche foto e qualche esercizio di stretching finalmente si parte. Io e Cristian ci siamo abbracciati e fatti un grosso in bocca al lupo reciproco...ormai è un gesto che ci accompagna in tutte le nostre corse! Decido di partire non forzando troppo, nella mia testa avevo in mente un 5/5,10 al Km, ma ben presto mi rendo conto che questo tempo non era realizzabile a causa della gente che avevo davanti; non riuscivo a superare! Allora decido di mantenere una media più lenta e di recuperare dopo se ne avessi avuto. Faccio entrambi i primi due ristori senza esagerare nel bere. Arrivo a Cimabanche (14° Km circa) senza grossi problemi. La salita non mi ha tagliato le gambe ed io sentivo che stavo bene. Inizio così la discesa tirando, e lì ho potuto superare diverse persone. Le gambe girano, il fiato c'è, il paesaggio mi aiutava...forza Marco, te sta proprio ben uncuo! Ma non sapevo che da lì a pochi km sarebbe successo ciò che non mi sarei mai aspettato. All'altezza del lago di Landro infatti, dopo aver superato terreni ben più rognosi (sassi), appoggio male la caviglia sinistra e la sento piegare sia internamente che esternamente...crack! La mia caviglia aveva fatto crack! Mi sono subito fermato perché avevo capito che non era una cosa leggera...la disperazione mi ha subito preso...mi è tornata in mene la maratona di Treviso dove al km 39 mi sono dovuto fermare...mi sono detto "no, non è possibile!" Rispolverando le mie conoscenza Isef, mi sono subito bloccato la caviglia per evitare di farla gonfiare. Non ho tolto la scarpa. Subito un ragazzo si è fermato per chiedermi se era tutto ok ed io gli ho detto di non preoccuparsi e di continuare la sua gara. Faccio delle prove e sento che il dolore c'è, ma sento che è più forte la mia voglia di arrivare fino alla fine nonostante sapevo mancassero ancora 12 km. Decido di ripartire, il dolore è forte, calo il ritmo e imposto una velocità vicino a 5 al km...sento che così posso gestire il dolore. Km dopo km, stringo i denti, tiro fuori il carattere che solo la corsa ti fa tirare fuori...non mollare Marco, dai ce la puoi fare! Sapere poi che al traguardo avrei trovato i miei genitori, Paolo Gaiotto e i miei amici, mi dava coraggio. Verso il 25/26 km avverto anche una crisi perché sentivo che stavo correndo male, in più davanti a me una salita che non ci voleva. Decido di affrontarla corricchiando piano, la supero con fatica ma ce l'ho fatta. Ormai stavo dando gli ultimi, sentivo la caviglia pulsare...28...29...all'ultimo km vedo e sento la gente incitare! Una botta di adrenalina mi prende dalla punta dei piedi fino alla testa e inizio a tirare come un matto. Ingaggio una gara con uno che non voleva farsi superare...ma in quel momento sentivo che nessuno mi avrebbe fermato...tiro come un pazzo e lo stacco tagliando il traguardo con le braccia alzate al cielo! Sì, ce l'avevo fatta! Non potevo crederci...ero troppo contento! Guardo il tempo del mio Garmin e leggo 2h34min...un tempo che vale oro! Finalmente mi posso sedere e togliere la scarpa...e a quel punto altro che banane caro Paolo Gaiotto...meoni e angurie! eh eh...cara Cortina Dobbiaco...hai lasciato davvero i segni sul mio corpo, ma i più belli li hai lasciati nella mia mente e nel mio cuore...ed è per questo che con tanta gioia e con impazienza ti dico...CI VEDIAMO IL PROSSIMO ANNO!

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