domenica 1 gennaio 2006

I Leoni di Venezia, di Fabio Rainato

Un anno fa, tagliavo il traguardo della mia prima Maratona proprio a Venezia in una giornata epica che ancora gela il sangue nelle vene dei reduci quando se ne rievoca il ricordo; Ciò che ho provato quel giorno non ha riscontro in alcun termine della nostra lingua perché anche il vocabolo più ricercato o l'espressione più stoica non sa dipingere il trionfo della tenacia dell'uomo sulle avversità della natura...
Il mio battesimo del fuoco!
E' come un virus, un tarlo che ti si insinua nel cervello e diventa parte di te; ti sconvolge l'esistenza arricchendola di consapevolezza nelle proprie capacità e forza di volontà ma al tempo stesso è come un bel fiore maledetto, la cui bellezza ha un caro prezzo e chiede di essere annaffiato con sudore e fatica, per poter sbocciare quando sei al top, in tutto il suo dirompente splendore pari alla sublimazione del gesto atletico.
E così quella gara, è diventata per me un appuntamento, una sfida promessa, un occasione per dimostrare di nuovo a me stesso che quella lunga cavalcata fino a Venezia avrebbe nuovamente premiato il mio ego avido di gloria....
Eccomi quindi sempre più presente alle corse domenicali, prendo confidenza con metodi di allenamento sempre più cuciti sulla mia persona e mi cimento pure nelle corse in salita....presto le prime soddisfazioni, un gran bel tempo alla Moonlight e pure sulle corse brevi faccio bene! Poi in estate arriva il tempo delle montagne e quindi consumo le scarpe con tosti allenamenti sui sentieri del Piave per abituarmi allo sterrato e così faccio prima il trail delle Longane, poi la Camignada, poi la TransPelmo ed infine il Trail degli Eroi....
L'estate è volata: oramai manca un mese! E' questo il momento in cui tiro le somme e tutti i km corsi mi hanno caricato di entusiasmo e di tenacia, allenando la mia resistenza ma appesantendo le mie gambe; mi riscopro lento. A un mese dalla gara cui punto da un anno capisco che mi troverò a fare i conti con i miei limiti e mi preparo ad un bagno di umiltà. Ma il mio ego ancora combatte per aiutarmi a reagire e non ci sta a veder denigrare così del duro lavoro ed allora, anche se tardi, scendo in pista nelle ultime settimane a lavorare sulla velocità con allenamenti di ripetute e progressioni e così, fino ai giorni dello scarico.
Sorvolerò dunque, su quello che è lo stato d'animo che prende i più emotivi quando vivono un evento sulla propria pelle preparandolo tanto nel fisico, quanto nella mente; dirò soltanto che gli ultimi giorni ero addirittura ipocondriaco: "òcio de quà, òcio de à....stà tento a no farte mal....òcio a no ciapar un colpo de aria...va pin pian co a moto, dormi ben cuerto, òcio a queo che te magni, òcio a quanto ti bevi (Siiiiiii mamaaaaaa!!!!)" e così, provato anche nello spirito, quasi senza rendermene conto, s'è fatta la vigilia, tutti allegri diretti al Parco San Giuliano per ritirare i pettorali e tutti tesi e gasati per il grande evento!
Salvo il rientro, che, nello smarrire sbadatamente la strada :-/ ha tradito un pò della mia tensione, la giornata è stata speciale perchè ho saggiato di persona la carica emotiva degli altri compagni di ventura e pure la pacata tranquillità del veterano Flavio per il quale ormai, affrontare una maratona, è un film visto e rivisto più volte e nulla più lo turba o sconvolge!
La sera passa in fretta e la sveglia mi desta da un sonno beato...in poco tempo sono pronto e con una bella squadra dirigiamo tutti a Stra guidati dal pilota Paolo Gaiotto che in barba alle velleità di classifica sociale rinuncia alle sue corse per accompagnare noi e poi sostenerci e fotografarci lungo la strada. Cristian, Marco, Stefano C, Francesco, Stefano S, Flavio, Salvatore ed io ci avviamo verso le gabbie, ciascuno verso il proprio destino.
Il tempo passa in fretta anche se quei momenti sembrano eterni e in più occasioni, mi sorprendo a ricordare l'attesa dell'anno prima, e quel delirio mi gasa, mi entusiasma, sento di nuovo nelle vene il sangue caldo di un anno prima, la forza e la determinazione che infervorano gli animi e caricano le gambe e la testa di questi 8000 cuori pulsanti che dopo l'ennesimo saluto con le mani al cielo, in un applauso d'incoraggiamento reciproco, con un boato infrangono le gabbie al via e muovono passi che fan tremare i muri della maestosa villa che fa da cornice a questa magnifica maratona. E sono in gara!
Io e Stefano, partiti assieme, prendiamo da subito un discreto margine facendoci strada appena possibile fra la folla e velocemente riusciamo a trovare passo e ritmo. Sembrava sapere il fatto suo perciò, conscio dei miei limiti cerco di stargli addosso e far la sua andatura ma da subito perplesso per il ritmo troppo sostenuto lo abbandono dopo 6 o 7km...proseguo però senza attardarmi, sò che la gara è lunga e al momento le gambe mi dolgono molto. Dopo l'8/9km le gambe si sciolgono e allora riprendo a correre con un ritmo più sereno. Penso continuamente a cosa provavo un anno prima,sotto pioggia, vento, freddo e preda di sconforto e mi ripetevo in testa che non sarebbe stato come l'ultima volta! Improvvisamente avvicino Flavio e questo mi carica perché in mezzo a tutta quella folla, non mi sentivo più solo...Proseguendo assieme scorgo poco più avanti Stefano e parto per ricucire lo strappo. In poco più di un km son di nuovo con lui e assieme abbiam fatto la maggior parte della gara. Al 19km una scena che non mi aspettavo: scorgo la sagoma di una persona che procede con passo affaticato, preda di una crisi ingiusta vista la distanza. Quando lo raggiungo mi accorgo che era Marco, un mio vecchio collega di lavoro che avevo salutato alla partenza e doveva chiudere in 3:45 perché aveva fatto veramente un lavoro intenso. Quando l'ho raccolto sembrava smarrito, e subito mi ha ringraziato della compagnia perché era preda di cattivi pensieri...agitato, il cuore accelerato oltremodo, e la mente che schiava, mostrava al fisico false debolezze che gli giocavano brutti scherzi. Per non abbandonarlo rallento, lo accompagno al ristoro, gli passo l'acqua e lo incito a rilanciarsi; corro voltandomi continuamente a cercare il suo sguardo fra le sagome che superandolo lo nascondono al mio sguardo e vedo che lui mi segue con gli occhi cercando un riferimento...allora lo aspetto, avanziamo assieme, zompettando, gli parlo, cerco di distrarlo, lo spingo a credere in se, ma quando penso che a metà gara, è dura e rischiosa pure per me, la falcata corta e saltellante mi penalizza, comincio a soffrire e lui, comprensivo e altruista, mi ringrazia dell'aiuto e mi spinge ad andarmene, a correre anche per lui!!! E così al passaggio alla mezza lo saluto, e riprendo ad andare; Stefano in lontananza appare e scompare, ed intanto i km scorrono sotto i piedi....e arriva Mestre, e la sua folla, e le sue curve, e i sottopassi, e piazza Ferretto e poi, da 27km, dal nulla, il primo stop: crampi!!! Riparto piano ma so che ho un buon margine da gestire perché tengo ancora alle mie spalle a buona distanza le lepri delle 3h 50'. Proseguo verso il San Giuliano e quei tre km mi vedono passeggiare altre tre volte perché la crisi sopraggiunge. Mi arrampico sul ponte travolto dalla folla che avanzava al seguito delle lepri e dopo un vigoroso saluto a Paolo Gaiotto venivo sverniciato da Cristian in uno stato di forma invidiabile che volava verso il suo meritato primato. Io agonizzavo ma lo sapevo. Era in preventivo e mi auguravo solo di ritrovare le forze quanto prima; In mio aiuto sopraggiungeva Flavio che in qualità di veterano la stava vivendo con tranquillità e parsimonia invitandomi a star sereno e a riacquistare brio con calma, un passo alla volta. E così all'inseguimento dei miei compagni d'avventura Flavio e Stefano salgo sul Ponte....Mamma mia quel ponte: sembrava non arrivare più, e una volta arrivato, sembrava infinito.
Su quel ponte vedi cedere chi ti precede e senti il fiatone di chi t'insegue; i crampi arrivano e fanno male! Mi fermo e riprendo, e non sono il solo visto che Flavio e Stefano si avvicendano al mio fianco dandomi forza e motivazione. Il 35 km è il più duro ma li, scorgi la curva del ponte e sai che poco dopo c'è Venezia e una volta li, i Km mancanti li conti sul palmo di una mano; Reagisci e riprendi il passo....lentamente trovi il tuo passo, che non è il tuo miglior passo ma è comunque un buon passo! Ti senti costante, senti che vai, rallenti appena e poi riprendi subito perchè guardando il cronometro, sembra che ancora ce la puoi fare...Ad un certo punto però da dietro sopraggiunge un onda di gente con i palloncini delle 4h e dico: "NO CAZZO!!!" al 37km no....è troppo presto!!! Disperato mi accodo richiamando energie da dove non so e macino strada e curve, salite e discese, ma dopo un paio di km non ne ho proprio più e con gli occhi lucidi li vedo sparire all'orizzonte quando arrivo all'ultimo ristoro. Svaniva così la mia sfida: quei palloncini si portavano via verso San Marco e oltre il mio sogno di chiudere sotto le quattro ore. Colto dallo sconforto raccolgo un pò di sali perchè i crampi erano ormai insopportabili e con una bottiglietta d'acqua in mano affronto i ponti con andatura da turista. Dopo la passarella giro verso piaza San Marco e li dal nulla, le grida degli spettatori sciolgono le gambe...aumento il ritmo per la mia gioia e perchè loro tutti meritano lo spettacolo che tu stai dando e quando svolto per tornar verso la laguna Scorgo Stefano, Stefano Cotali, Flavio, tutti a pochi metri da me e rallento con l'intento di aspettarli, per arrivare assieme. Però le gambe ormai dolenti mi avvisano che un altro stop lo avrei pagato e allora, con l'ultimo gento di stizza, butto l'acqua e riprendo a correre. L'ultimo km è un trionfo di folla e di ponti, un bagno di applausi e di grida di festa. Se mollo Stefano mi richiama, se esagero mi rimprovero e lo aspetto e così, assieme dall'inizio, siam giunti assieme fino alla fine dove l'ho invitato a fare un'ultima galoppata trionfale verso l'arrivo che tagliavamo entrambi poco dopo le 4 ore....Obirttivo sfumato per 4'e 7"....ma alzo la testa e posso gridare: "PERSONAL BEST!!!"

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